Festival Officine Permanenti 2018
#gentilezza
Il concept
L’etimologia di gentilezza enuclea in sé un atto rivoluzionario. Scelta precisa di impegno etico e civico, codice antitetico a quello di una società cristallizzata nel primato dell’individuo.
La gentilezza si configura allora come linguaggio dell’incontro, rovesciando l’egocentrismo dell’io moderno in un modello relazionale dell’uno verso l’altro. Rivoluzione pedagogica, linguistica, ma anche politica e culturale.
Si è gentili o si sceglie d’esserlo? Di quanta autenticità si nutre la gentilezza? L’avanzamento del pensiero individualista è un tratto caratteristico della società contemporanea. Hobbes, nel Levitano, considerava la natura umana come una “guerra di tutti contri tutti”, dove gli uomini appaiono più come bestie mosse da interessi personali che non da generosità e altruismo.
Nel corso degli ultimi secoli, col prevalere di un’ortodossia dell’individualismo, la gentilezza è stata liquidata come un’esibizione sentimentale e moralistica dell’essere. Ma è diventata anche una grammatica sottesa dell’ipocrisia borghese, quella che Moliere commediava nel celebre monologo del Don Giovanni come una forma di mascheramento del proprio chi è chi, o per dirla secondo una locuzione più attuale, la dittatura del politically correct.
È qui che emerge il vettore contrario della gentilezza: lo vediamo sempre più nella politica, nelle istituzioni, nella scuola, nel mondo del lavoro, nel rapporto fra i generi, nel mainstream corrente.
Oggi la capacità di farsi carico della vulnerabilità degli altri, e quindi della propria, è diventata segno di debolezza, quasi un rischio. Eppure è la cosa che ci manca di più nel vivere collettivo: è quel piacere proibito di entrare in relazione col mondo, rinunciando al potere coercitivo della prevaricazione e accogliendo la sua sensibilità e le sue parti più fragili.
Ma quali sono allora i codici della gentilezza? È questa l’indagine della quarta edizione del Festival Officine Permanenti, riflessione multidisciplinare che come ogni anno partirà da alcune domande cardinali: che forma ha la gentilezza? Quali sono i luoghi della gentilezza nel mondo che viviamo? Che rapporto esiste fra la gentilezza e le espressioni artistiche, musicali, comunicative, lavorative? Da cosa riconosciamo la gentilezza?
Il Festival esplorerà i confini fra finzione e sincerità, fra pubblico e privato: un’analisi corale che, attraverso la sovrapposizione di linguaggi, di visioni e di performance, svilupperà le diverse declinazioni del tema.
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